Il protagonista è Andrea (Michele Placido in età adulta e Marco Iermanò da giovane), scrittore, che un giorno, ad una mostra in ricordo del '68, scorge il suo volto e quello della sorella (Jasmine Trinca) in una vecchia foto. Nicola è un giovane poliziotto (Riccardo Scamarcio), mentre la sorella Laura è una brava ragazza di estrazione cattolica che prende parte alla contestazione e alle marce per la pace. Altro personaggio di spicco è Libero (Luca Argentero), operaio della Fiat di Torino.
GENERE: Drammatico, Storico
REGIA: Michele Placido
ATTORI: Riccardo Scamarcio, Luca Argentero, Elio Germano, Jasmine Trinca, Michele Placido, Laura Morante, Massimo Popolizio, Alessandra Acciai
DURATA: 101 Min
CRITICA: Il grande sogno porta avanti il percorso di riscoperta storica avviato da Michele Placido nel precedente Romanzo Criminale.
C’è l’incontro-scontro tra il giovane pacifista desideroso di un’altra società (completamente alternativa, sia chiaro) e i modelli familiari patriarcali, autoritari e repressivi di una generazione troppo distante per comprendere le necessità dei propri figli. C’è la polizia, le botte, i manganelli che volano senza pietà, un ritratto fugace di un’istituzione statale militaresca in cui le idee e la cultura sono bandite (salvo quando siano innocue o al servizio dell’ordine vigente, vedi il Manzoni patriottico recitato dal pulotto Orlando). Il paragone con The Dreamers di Bertolucci è lecito, vista la stessa struttura del triangolo amoroso e lo stesso contesto storico preso in esame (seppur con diversità geografiche) ma appare evidente la differenza di fondo nel momento in cui diventa chiaro che Bertolucci con il suo film idealizzò e legittimò il cambiamento cultural-sociale del ’68. I personaggi positivi del film sono l’incantevole e bravissima Yasmine Trinca e l’altrettanto valido Scamarcio (che sempre più si mostra attore di livello notevole). Ma a cosa è dovuto questo status di positività? Per la studentessa dalla sua moderazione, debitrice di un’origine identitaria cattolica progressista, che la porta al ripiegamento verso l’intimità familiare e alla gioia della maternità. Il secondo verso un allontanamento dalle istituzioni repressive a favore dell’immersione nel mondo della cultura e dell’arte ... Nicola è un giovane poliziotto che ama il teatro e vorrebbe diventare attore. Laura è una studentessa universitaria di matrice cattolica pronta a lottare contro l'ingiustizia. Libero è un leader del movimento studentesco. Gli anni sono quelli che precedono, attraversano e seguono il 1968 e i suoi rivolgimenti. Nicola, infiltrato dai suoi superiori nel movimento, si innamorerà di Laura e cercherà anche di comprendere un mondo che gli è al contempo congeniale e lontano.
Michele Placido decide di raccontare se stesso e la sua gioventù. Lo fa cercando di descrivere mondi differenti che si incontrano/scontrano in un periodo di fermenti sociali e culturali. E’ come se ci fossero due film in uno. L'uno narra delle vicende amorose di Nicola, Laura e Libero e l'altro delinea un ritratto di quegli anni esplorato con uno sguardo forse inconsciamente unilaterale. Uno sguardo che, e in questo Placido è scopertamente sincero, è ancora quello del poliziotto Michele che osserva, senza davvero comprenderlo fino in fondo, un tentativo di cambiare il mondo per lui tanto confuso quanto in fondo velleitario perché dai sogni ci si risveglia. Il personaggio di Laura (che resta positivo nonostante le sue contraddizioni e ha una matrice cattolico progressista) finisce col far nascere quesiti sul “chi produce cosa” nel nostro sempre più complicato Paese.
per informazioni: Centro di Lettura Rivergaro tel: 0523 957815