MOSCHETTIERI DEL RE LA PENULTIMA MISSIONE
Rivergaro giovedì 29 agosto ore 21:15
In Moschettieri del Re, il film di Giovanni Veronesi, ritroviamo, un po' invecchiati, i quattro eroi creati da Alexandre Dumas: D'Artagnan (Pierfrancesco Favino), Athos (Rocco Papaleo), Aramis (Sergio Rubini) e Porthos (Valerio Mastandrea). Oggi sono un allevatore di bestiame sgrammaticato, un castellano lussurioso, un frate indebitato e un locandiere ubriacone, che per amor patrio saranno di nuovo moschettieri.
Un po' attempati, cinici e disillusi, ma sempre abilissimi con spade e moschetti, richiamati all'avventura dopo oltre vent'anni dalla Regina Anna (Margherita Buy) per salvare la Francia dalle trame ordite a corte dal perfido Cardinale Mazzarino (Alessandro Haber) con la sua cospiratrice Milady (Giulia Bevilacqua).
Affiancati nelle loro gesta dall'inscalfibile Servo (Lele Vannoli) muto, e da un'esuberante Ancella (Matilde Gioli), i quattro - in sella a destrieri più o meno fedeli - combatteranno per la libertà dei perseguitati Ugonotti e per la salvezza del giovanissimo, parruccato e dissoluto Luigi XIV. Muovendosi al confine tra eroico e prosaico, i nostri si spingeranno fino a Suppergiù, provando a portare a termine un'altra incredibile missione. Difficile dire se sarà l'ultima o la penultima.
Genere: Commedia
Regia: Giovanni Veronesi
Attori: Pierfrancesco Favino, Valerio Mastandrea, Rocco Papaleo, Sergio Rubini, Margherita Buy, Alessandro Haber, Matilde Gioli, Giulia Bevilacqua, Lele Vannoli, Valeria Solarino, Luis Molteni, Roberta Procida
Durata:109 min
Da molto tempo il regista Giovanni Veronesi desiderava portare al cinema questa storia. Il primo momento in cui l'idea gli balenò nella testa erano ancora gli anni 80 e già aveva chiaro chi sarebbero stati i suoi attori se l'avesse realizzato all'epoca: Francesco Nuti, Roberto Benigni, Massimo Troisi e Carlo Verdone. Ci sono voluti dunque trent'anni affinché Veronesi riuscisse a realizzare il suo desiderio, raccontando una sorta di supereroi del passato e omaggiando al contempo capolavori della commedia all'italiana. Moschettieri del Re infatti non cela di ispirarsi direttamente allo spirito e alle goliardate di Amici miei e di Brancaleone alle crociate. Curiosamente, Veronesi ha trovato il co-sceneggiatore del film su Twitter. Nicola Baldoni è un professore di storia di cui Veronesi seguiva l'ironia dei suoi tweet. Dopo averlo conosciuto di persona, il regista gli ha proposto di scrivere insieme a lui il copione di questo film, primo lavoro in assoluto da sceneggiatore di Baldoni.
La storia di Moschettieri del Re prende spunto dal secondo romanzo della trilogia di Alexandre Dumas padre, intitolato Vent'anni dopo e pubblicato nel 1845.
I moschettieri di Veronesi combattono per la libertà degli Ugonotti, protestanti che nel 600 erano perseguitati e torturati dai potenti di Francia. Dovevano essere convertiti ad ogni costo e, il metodo più dissuasivo applicato per raggiungere questo scopo, era la tortura. Gli Ugonotti erano i commercianti più abili in circolazione, utili e necessari allo Stato perché erano gli unici a pagare le tasse, a differenza dei nobili e del clero e così, anziché essere spinti a lasciare il Paese, venivano convinti ad abbracciare la religione cattolica attraverso quelle torture decretate da una Chiesa spietatissima, operate dalle menti estremiste di cardinali come Richelieu e il suo erede Mazzarino.
1650 (o suppergiù). Dopo trent'anni di onorata attività al servizio della casa reale i quattro moschettieri hanno abbandonato il moschetto e sono invecchiati: D'Artagnan fa il maialaro e ha il gomito dello spadaccino, più un ginocchio fesso; Athos si diletta con incontri erotici bisex ma ha un braccio arrugginito e un alluce valgo; Aramis fa l'abate in un monastero e non tocca più le armi; e Porthos, dimagrito e depresso (ma lui precisa: "Triste e infelice"), è schiavo dell'oppio e del vino. Ciò nonostante, quando la regina Anna d'Austria, che governa una Francia devastata dalle guerre di religione al posto del dissennato figlio Luigi XIV, li convoca per affidare loro un'ultima missione, i moschettieri risalgono a cavallo, di nuovo tutti per uno, e uno per tutti.
È chiaramente una nuova Armata Brancaleone quella che Giovanni Veronesi vuole portare sui grandi schermi, anche se la creatività linguistica è affidata principalmente a D'Artagnan ed è frutto del genio attoriale di Pierfrancesco Favino, che inventa un grammelot misto di spagnolo, francese e italiano dialettale (gli altri moschettieri si esprimono nei loro accenti personali, e con vocaboli contemporanei).
È comunque nei calembour che Moschettieri del Re trova la sua cifra comica: la sceneggiatura è di Veronesi insieme a Nicola Baldoni, evidentemente abili nell'uso comico della parola. Le interazioni verbali restano divertenti e ben congegnate dall'inizio alla fine, con l'aggiunta di parecchie e opportune improvvisazioni.
L'altro asso nella manica di Veronesi sono infatti gli attori. I tempi comici migliori appartengono a Favino, a Margherita Buy nei panni della regina Anna e, a sorpresa, a Matilde Gioli, che interpreta un'ancella peccaminosa e saputella con grande autoironia. L'interazione fra questo gruppo di amici e colleghi cari al pubblico e molto affiatati fra di loro sarà il richiamo principale di questa storia.