Rivergaro: Cinema Sotto Le Stelle 2020
Luglio, giovedì 16
giardino di Via Don Veneziani, 64 - Rivergaro (PC)
di fronte alla Casa del Popolo
dalle ore 21:30 - ENTRATA LIBERA
SERGIO & SERGEI
il professore e il cosmonauta
È il 1992, l’URSS è crollata e la Guerra Fredda è finita. Solo un uomo deve ancora scoprirlo: dall’interno della stazione spaziale MIR, Sergei, l’ultimo cosmonauta sovietico, può vedere l’intero pianeta ma non sa che la sua nazione non esiste più.
Un’inaspettata amicizia a distanza – da Cuba fino allo Spazio – tra un professore di filosofia cubano e un astronauta sovietico che con humor e immaginazione cercano di affrontare le complicazioni che la Storia ha portato nelle loro vite.
Sergio (Tomás Cao) è un professore marxista e appassionato radioamatore. Un giorno entra involontariamente in contatto con la stazione spaziale MIR, nella quale è a bordo l’ultimo cosmonauta sovietico, Sergei (Héctor Noas), che può vedere da lontano l’intero pianeta ma non è a conoscenza del fatto che l’URSS non esiste più. Inizia così un’improbabile amicizia che avvicinerà le vite di due uomini, la cui esistenza è stata sconvolta dalle vicende storiche e politiche accadute tra la fine degli anni Ottanta e i primi anni Novanta.
Ispirato a una storia vera, una brillante satira politica nello stile di Good Bye, Lenin!, dal premiato regista cubano Ernesto Daranas (Condotta).
Genere: Commedia
Regia: Ernesto Daranas
Attori: Tomás Cao, Héctor Noas, Ron Perlman, A.J. Buckley, Mario Guerra, Yuliet Cruz, Armando Miguel Gómez, Ana Gloria Buduén
Durata: 93 min
Critica: Attraverso uno scambio di frequenze radiofoniche, l'astronauta russo Sergei, che sta vivendo la sua personale odissea nello spazio, entra in contatto con Sergio, un radioamatore e professore universitario di filosofia marxista che sta vedendo rompersi il sogno comunista a Cuba. Non potendo rientrare sulla terra per mancanza di fondi dell'agenzia spaziale, Sergei chiede a Sergio di aiutarlo. Il cubano chiede a sua volta aiuto a un amico con cui è in contatto via radio, un enigmatico americano che coinvolge la Nasa.
Il film di Ernesto Daranas, come anticipato nei titoli di testa, è ispirato a fatti e personaggi reali. La trama di Sergio & Sergei, infatti, prende spunto dalla vicenda di un cosmonauta russo.
Il 19 maggio 1991 Sergei Krikalev partì a bordo della Soyuz TM-12 per raggiungere la stazione orbitante Mir in una missione spaziale che sarebbe durata molto più del previsto. Mentre si trovava lontanissimo da casa, sulla terra il corso della storia cambiò per sempre. La sua Unione Sovietica subì un colpo di stato militare e si dissolse, il blocco comunista si disgregò, e in tutto questo non c'erano più soldi per farlo tornare né una gerarchia che sapesse cosa fare del suo caso. Krikalev fu costretto a rimanere nello spazio cinque mesi più del previsto. Atterrò il 25 marzo 1992 in Russia con il record finale di 803 giorni passati al di là dell'atmosfera. Divenne l'unico viaggiatore della sua generazione a essere rimasto così tanto tempo nello spazio, nonché l'ultimo cittadino dell'Unione Sovietica.
La vicenda di Krikalev offre a Daranas una linea narrativa straordinaria per raccontare i cambiamenti drammatici che misero fine all'amicizia indistruttibile tra i popoli di Cuba e l'Unione Sovietica. Il film inizia con la voce narrante della figlia di Sergio che afferma che il padre iniziò a studiare filosofia marxista a Mosca lo stesso anno in cui un cubano viaggiò per la prima volta nello spazio. In effetti, nel 1980 il cubano Arnaldo Tamayo Méndez fu il primo latinoamericano a viaggiare nel cosmo.
La realtà si mescola alla fantasia e a una sorta di realismo magico che, tra le altre cose, ha l'effetto di rendere simpatici persino i funzionari del governo cubano che hanno sotto intercettazione la radio del professore marxista. Però a colpire maggiormente è la poetica dell'autore nel ritrarre l'angoscia esistenziale e l'incertezza sociale di quei tempi. La narrazione si muove lungo un filo nostalgico che trova la massima espressione in una scena in cui Sergei, con gli occhi pieni di lacrime perché sente la mancanza di casa (figura ambivalente della famiglia e dell'Unione Sovietica), afferma che i cosmonauti non piangono, perché le lacrime galleggerebbero nell'aria.
Gli attori fanno il resto. Il cubano Héctor Noas, straordinario nei panni del russo, è perfettamente compatibile con Sergio (Tomás Cao) e con l'altro protagonista del triangolo, l'americano Peter (Ron Perlman). Interpreti e regista danno vita a un film che non è né pessimista né disfattista nell'analizzare fatti storici, ma ha la virtù di trovare un punto d'incontro tra la leggerezza e la profondità. E offre brividi sul finale, con Ciao, ciao, bambina di Domenico Modugno cui testo assume tutt'altro significato associato al sogno infranto del comunismo.
giardino di Via Don Veneziani, 64 - Rivergaro (PC) di fronte alla Casa del Popolo